Chi l’avrebbe mai detto che, passati i 40, mi sarei iscritta nuovamente all’Università per studiare una materia completamente al di fuori della mia formazione e della mia professionalità? Eppure è successo…
L’ultima volta che ho messo piede all’Università era il 27 marzo 2002, esattamente 17 anni fa, in occasione della mia Laurea in Scienze Politiche.
Dopo quasi un anno dedicato ad un’inutilissima tesi sulle Politiche del Lavoro per le donne, sono uscita dall’aula in cui avevo discusso il mio lungo lavoro lanciando improperi contro la correlatrice, che aveva fatto di me la vittima sacrificale delle sue scaramucce con la mia relatrice. Simpatiche donnucole che sono riuscite a guastare uno dei momenti più emozionanti della mia vita (ma non la festa di quella di sera, sia chiaro! 😉 ). Non avevo mai avuto grossi dubbi in merito, ma quel giorno posi certamente fine a qualsiasi ipotetica velleità di continuare a bazzicare in ambito universitario.
In questi ultimi anni, poi, sono successe un po’ di cose che mi hanno parzialmente riavvicinato alla mitica Alma Mater, la prestigiosa Università di Bologna, per studiare una materia che mai avrei creduto potesse appassionarmi tanto.
Ripensandoci a mente fredda, credo che le cause di questo riavvicinamento siano principalmente 3….
Ho iniziato a studiare Vulcanologia: ecco perché
La prima ragione è il tempo che passa: ho superato i 40!
Cosa c’entra? Beh, c’entra eccome. Ho iniziato a capire chi sono, cosa voglio, cosa mi piace e, forse, cosa voglio fare da grande. È un percorso lungo e difficile, su cui sto lavorando da anni, ma un po’ alla volta sto trovando la mia strada e, per ora, lo studio dei vulcani pare farne parte, da quando Vulcano mi ha fatto innamorare di lui e dei suoi simili (come ho già raccontato nell’articolo > Dove nasce il mio amore per i vulcani? Da Vulcano!).

Isole Eolie, 2018
Non potrò mai diventare una vulcanologa, ovviamente, ma è certo che per continuare a coltivare questa passione sia necessario conoscere davvero i vulcani, non solo per vivere i miei viaggi con una maggiore consapevolezza, ma anche per riuscire a raccontarli con una padronanza linguistica adeguata e senza troppi strafalcioni (anche se lungi da me ambire alla trattazione scientifica del tema!)
La seconda ragione è la frase di un amico ingegnere che mi ha acceso una lampadina in testa quando meno me lo aspettavo.
Durante l’estate 2017 mi trovavo a El Nido, nelle Filippine, assieme alla mia amica Cristina di Crinviaggio e alle nostre famiglie. Eravamo sulla nostra barchetta bianca e blu, in una laguna incantevole, in assoluto uno dei posti più BELLI, ma belli davvero, che mi sia mai capitato di vedere. L’acqua limpida, trasparente, calma, calda e accogliente, qui è interrotta solo da formazioni rocciose alte e nerissime, ricoperte da vegetazione di un verde intenso, con ai piedi paradisiache spiaggette bianche come talco…una magia per gli occhi!

El Nido, Filippine, 2017
Mentre noi, incantati ad ammirare tanta meraviglia, stavamo navigando a fianco di queste formazioni rocciose, Paolo -il marito di Cristina- ha detto: “se ci fosse un geologo, vedendo uno spettacolo del genere, certamente si ecciterebbe”. Mentre sorridevo, ho pensato che avesse proprio ragione! E mi sono detta: “se avessi studiato geologia -porca miseriaccia maledetta- capirei il perché di queste meravigliose sculture plasmate da madre natura. E invece no, mi devo limitare ad ammirarle senza sapere perché siano lì e come si siano formate! In quel momento ho percepito nitidamente che mi mancava qualcosa per godermi appieno il momento…e non solo quello, visto che pezzi di mondo rilevanti da un punto di vista naturalistico ne ho visti tanti in questi anni!
Infine, la terza motivazione che mi ha indotto a riaprire i libri è stato il Krakatoa.
Estate 2018, meraviglioso viaggio in Indonesia. Tra le tappe del nostro tour di Giava non poteva mancare questo famosissimo vulcano, che oggi è un piccolo arcipelago nello Stretto della Sonda, tra Giava e Sumatra, nel quale abbiamo trascorso 2 giorni selvaggi ed emozionanti. Arrivati in barca da Giava, ci siamo sistemati con la tenda su Krakatau “mamma” per una notte di bivacco in mezzo alla natura, topi e serpenti inclusi! E di fronte a noi, per tutto il giorno e la notte, i tuoni e le eruzioni di Anak Krakatau (Krakatau figlio) che ci ha allietato facendoci sentire nitidamente la potenza di Madre Terra.

Anak Krakatau, luglio 2018
Al risveglio, la nostra guida ci ha portato proprio su Anak Krakatau: nella breve passeggiata lungo il pendio “tranquillo” del vulcano (che racconterò nei dettagli nel prossimo articolo) abbiamo sentito la terra tremare sotto i nostri piedi, e il rumore delle rocce che rotolavano lungo la parete opposta alla nostra. Avevo un po’ paura, quindi ho fatto tornare indietro mia figlia, mentre io mi avvicinavo al cratere con la guida. Poi uno “sbuffo” un po’ più forte degli altri mi ha fatto spaventare più di quanto l’adrenalina mi stesse facendo emozionare, quindi siamo tornati indietro.
Una volta arrivati sulla nostra barca, Anak Krakatau ci ha salutato con una fortissima esplosione, che ha sparato rocce tutto attorno al cono, su ogni lato, con un boato forte che ci ha fatto sussultare.
Ho guardato la mia guida e gli ho chiesto: “…ma se fossimo stati ancora su?”.
E lui ha alzato le braccia al cielo, rispondendo: “siamo qui, nessun problema”.
Ora, devo ammettere che mi sento molto “figa” a raccontare che sono stata sul Krakatoa mentre eruttava, ma oggettivamente credo che sia stata una grande cavolata farlo (per usare un eufemismo). Forse, se avessi avuto più informazioni sulla pericolosità di questo tipo di vulcani, non lo avrei fatto, o almeno non ci avrei portato mia figlia.
Rientrata a Bologna, mi sono chiesta se davvero non fosse possibile studiare un pochino questa materia così affascinante che è la vulcanologia, per tentare di capire meglio il mondo che visito durante i nostri viaggi e magari evitare di fare cose troppo pericolose in futuro. Ho iniziato leggendo testi scientifici e siti specializzati e dedicando loro ogni minuto libero delle mie giornate. Poi ho deciso di dare una base un po’ più solida a questi miei studi e ho scoperto che è possibile rientrare all’università anche per “studenti fuori corso” come me, decidendo di frequentare un singolo insegnamento.
Insomma, alla soglia dei 42 anni, a 17 anni esatti dalla mia Laurea, sono tornata all’Università per studiare un po’ di Vulcanologia, a fianco di ragazzi che non mi danno del lei ma neanche del tu, per studiare una materia lontana anni luce da quelle a cui sono sempre stata abituata: la vulcanologia, appunto. Prima di iniziare ero molto emozionata…e anche un po’ timorosa, se proprio devo dire la verità. Ma quando mi siedo a quel tavolo, in un mondo che non mi appartiene, in realtà sento di essere al posto giusto, a fare la cosa giusta…
Non credo che darò l’esame alla fine perché, per quanto mi possa sforzare, i miei ritmi di vita (una famiglia, due lavori, tanti progetti in cantiere e una me così complicata da gestire) e soprattutto la mia memoria calante non mi sono molto d’aiuto…
…e poi non è un voto che mi interessa, quanto la voglia di imparare le basi di qualcosa a cui sono arrivata dal punto finale, quello più emozionante: le eruzioni vulcaniche che ho visto e che hanno spalancato le porte del mio cuore a questo immenso fenomeno della natura!
Milly
(testi e fotografie di Milena Marchioni – disclaimer)
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